a cura di Marco Belpoliti e Danka Giacon
Il Museo del Novecento, in occasione della Undicesima Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI l’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, presenta milanopiazzaduomo, una mostra fotografica di Gabriele Basilico e Marina Ballo Charmet, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano nell’ambito del palinsesto culturale “Expo in città” .
La mostra rende omaggio a piazza Duomo, luogo che appartiene all’immaginario collettivo della città riletto dai due autori con intenti e linguaggi fotografici differenti: negli scatti dall’alto Gabriele Basilico restituisce la grandezza e la complessità dello spazio, Marina Ballo Charmet si concentra nella ripresa dal basso, nel dettaglio periferico e inedito.
La mostra è la realizzazione di un’idea, di un progetto, di un sogno comune nato nel 2010 durante i colloqui tra Gabriele Basilico, Marina Ballo Charmet e Marco Belpoliti, uniti nell’intento di mettere in relazione le loro diverse visioni sulla fotografia fino a farle diventare complementari. Un progetto “a sei mani” che oggi con “milanopiazzaduomo” trova il suo compimento al Museo del Novecento.
Piazza Duomo è intimamente legata al Museo del Novecento, non solo per la posizione della sua sede, il Palazzo dell’Arengario, ma perché è parte integrante del percorso espositivo progettato dall’architetto Italo Rota: Sala icona del Museo che accoglie, intorno alla grande vetrata affacciata sulla Piazza, due opere ambientali del maestro Lucio Fontana – il Neon per la IX Triennale di Milano del 1951 e il Soffitto Spaziale del 1956 – componendo così un’installazione in continuo movimento e dialogo con la città, la sua vita, il suo cuore.
L’esposizione presenta un nucleo di immagini di Gabriele Basilico e due video accompagnati da una serie di sequenze fotografiche di Marina Ballo Charmet. Le fotografie di Basilico, in bianco e nero di grande formato realizzate dall’artista nel 2011 su incarico della Veneranda Fabbrica del Duomo, accompagnano lo sguardo tra le guglie del tetto della Cattedrale di Milano, la Piazza e gli edifici circostanti.
Complementare è la visione che Marina Ballo Charmet propone attraverso un video realizzato con la macchina fissa che riprende il Duomo nel passaggio dalla notte al giorno in tempo reale. È il “risveglio” della città, con i primi movimenti che popolano la Piazza. Un secondo video percorre il perimetro rettangolare dello spazio ripreso con un decentramento del punto di vista: l’artista, con la camera posizionata all’altezza dei fianchi, “trasforma” l’obiettivo in un occhio-corpo restituendo una visione periferica e laterale, come se l’obiettivo riprendesse da solo. Una sequenza di fotografie presenta la Piazza sempre nel passaggio dal buio della notte alla luce del giorno, ma ripresa in controcampo rispetto al primo video.
BIOGRAFIA ARTISTI
Marina Ballo Charmet è nata a Milano dove vive e lavora. Dopo la laurea in filosofia si specializza in psicologia e psicoanalisi infantile e lavora come psicoterapeuta nei servizi territoriali pubblici di Milano. Da metà anni ottanta lavora con la fotografia e il video. Suo soggetto privilegiato è il quotidiano, il “sempre visto” che lei stessa definisce “il rumore di fondo della nostra mente”. Adotta uno sguardo caratterizzato da mobilità percettiva e dal fuori fuoco, laterale o dal basso – tipico della condizione infantile – che restituisce una visione fluttuante, una “percezione periferica” legata al nostro preconscio. Ha pubblicato diversi libri e cataloghi: Sguardo Terrestre, MACRO-Quodlibet (2013), Oracoli, santuari e altri prodigi. Sopralluoghi in Grecia, Humboldt-Quodlibet (2013), Il parco, Charta (2008), Marina Ballo Charmet, Fotografie e video 1993/2007, Electa (2007), Primo campo, Le Point du jour Éditeur, Cherbourg-Octeville (2004), Rumore di fondo, Art& (1998), Con la coda dell’occhio, Art& (1995), Il limite, Associazione Culturale Italo Francese, Bologna, Bari (1992).
Tra le ultime mostre personali: Sguardo terrestre MACRO (Roma, 2013), At Land. Bodyscape & Cityscape Storefront for Art and Architecture (New York, 2009), Il parco Triennale (Milano, 2008), parco 2006-2007 Fotografia Europea (Reggio Emilia, 2007), Poeticamente abitare. Marina Ballo. Video 1998-2003 Careof (Milano, 2003); Rumore di fondo Centre National de la Photographie (Parigi, 1999); Con la coda dell’occhio Fondazione Mudima (Milano, 1996) e Ar/Ge Kunst Galleria Museo (Bolzano, 1995); Marina Ballo Charmet Stadtgalerie (Graz 1992).
Tra le mostre collettive: Ieri Oggi Milano 2015. Masterpieces from Museo di Fotografia Contemporanea, Spazio Oberdan, Milano (2015), Italia Inside Out, Palazzo della Ragione, Milano (2015). Cantieri del ’900. Opere dalle collezioni Intesa Sanpaolo Gallerie d’Italia (Milano, 2012), Ailati. Rilessi dal futuro 12. Mostra Internazionale di Architettura, Padiglione Italia (Venezia, 2010), Spazio. Dalle collezioni d’arte e d’architettura del maxxi MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo (Roma, 2010), Trans Emilia. Sammlung Linea di Confine SK Stiftung Kultur (Koln, 2006) e Fotomuseum Winterthur (2005); Des territoires Ècole Supérieure des Beaux-Arts, Paris (2001), Lei. Donne nelle collezioni italiane, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino, 1997); Venezia-Marghera, XLVII Biennale d’Arte (Venezia 1997).
Gabriele Basilico
Gabriele Basilico nasce a Milano nel 1944. Dopo la laurea in architettura (1973), si dedica con continuità alla fotografia. La forma e l’identità delle città, lo sviluppo delle metropoli, i mutamenti in atto nel paesaggio postindustriale sono da sempre i suoi ambiti di ricerca privilegiati. Considerato uno dei maestri della fotografia contemporanea, è stato insignito di molti premi, e le sue opere fanno main sponsor parte di importanti collezioni pubbliche e private italiane e internazionali.
“Milano ritratti di fabbriche” (1978-80), è il primo lungo lavoro che ha come soggetto la periferia industriale e corrisponde alla sua prima mostra presentata in un museo (1983, PAC, Milano). Nel 1984-85 con il progetto “Bord de mer” partecipa, unico italiano, alla Mission Photographique de la DATAR, il grande incarico governativo affidato a un gruppo internazionale di fotografi con l’obiettivo di documentare le trasformazioni del paesaggio francese.
Nel 1991 partecipa, con altri fotografi internazionali, a una missione a Beirut, città devastata da una guerra civile durata 15 anni. Da allora, Gabriele Basilico ha prodotto e partecipato a numerosissimi progetti di documentazione in Italia e all’estero, che hanno generato mostre e libri, tra i quali “Porti di mare” (1990), “L’esperienza dei luoghi” (1994), “Italy, cross sections of a country” (1998), “Interrupted City” (1999), “Cityscapes” (1999), “Berlino” (2000), “Scattered City” (2005), “Appunti di viaggio” (2006), “Intercity” (2007).
Tra i lavori più recenti, “Roma 2007”, “Silicon Valley” (2008, su incarico del San Francisco Museum of Modern Art), “Mosca Verticale”, indagine sul paesaggio urbano di Mosca, ripresa nel 2010 dalla sommità delle sette “Torri Staliniane”, “Istanbul 05.010”, Shanghai 2010, Beirut 2011, Rio 2011. Partecipa alla XIII Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia (2012) con il progetto “Common Pavilions”, su progetto di Adele Re Rebaudengo e realizzato in collaborazione con Diener & Diener Architekten, Basilea. Gabriele Basilico muore a Milano il 13 febbraio 2013.
Orari
lunedì 14.30 – 19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30; giovedì e sabato 9.30 – 22.30
Ingresso
intero 5 euro, ridotto 3 euro (studenti universitari, over 65, dipendenti comunali) gratuito under 24