MOIRA RICCI. CAPITALE TERRENO

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Una mostra dedicata a un tema strettamente collegato ad Expo: la civiltà contadina, le sue narrazioni, le sue leggende, la sua profonda crisi contemporanea.
La giovane artista Moira Ricci (Orbetello, 1977), nata nella campagna maremmana, è sempre rimasta fedele alla cultura della sua terra, studiandone le tradizioni più antiche e radicate, approfondendone i significati simbolici e costruendo storie immaginarie intorno ad essa.
Impiegando la fotografia, il video, l’installazione come media privilegiati, Moira Ricci recupera vecchie immagini da album di famiglia e piccoli archivi privati, raccoglie testimonianze visive e sonore, riprende personali ricordi infantili per destinarli a nuovi significati. La sua opera, basata sulla attenta rielaborazione digitale di immagini esistenti e su riprese video di scene di vita quotidiana, sortisce un effetto di intenso realismo.

Nelle sue storie, spesso di impronta autobiografica, intreccia la propria identità individuale a quella della comunità a cui appartiene, studia il legame originario con il territorio, unisce l’invenzione tecnologica alla rivisitazione delle immagini popolari.
In questa mostra vengono raccolti e presentati insieme per la prima volta a Milano due grandi progetti recenti dell’artista: Da buio a buio, 2009-2015 (comprendente quattro storie: La bambina cinghiale, Il Lupo Mannaro, L’Uomo Sasso, I gemellini), e Dove il cielo è più vicino, 2014.

Nel primo progetto, il ciclo Da buio a buio, alcuni personaggi appartenenti alla comunità contadina e protagonisti dei racconti popolari vengono documentati dall’artista attraverso fotografie, riprese video, registrazioni sonore che danno vita a narrazioni totalmente costruite ma assolutamente “reali” nella verosimiglianza della realizzazione.
Nel secondo progetto, Dove il cielo è più vicino che comprende grandi fotografie a colori e due videoproiezioni, l’artista racconta della terra in crisi, sempre meno coltivata, immagina l’abbandono dei poderi da parte dei contadini impoveriti, delusi e oppressi da sentimenti di inadeguatezza alla vita contemporanea, che trasformano un trattore in astronave per andarsene dalla terra tanto amata e raggiungere il cielo.
L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il Padiglione d’Arte Contemporanea di Ferrara e l’Associazione Culturale dello Scompiglio di Lucca

Spazio Oberdan, viale Vittorio Veneto 2, Milano  dal 9 settembre al 18 ottobre 2015
orari
martedì-venerdì 12-19.30; sabato-domenica 10-19.30. chiuso il lunedì

ingresso
6 euro; ridotti 4 euro.

Inaugurazione martedì 8 settembre 2015 ore 18.30
Prenotazione visite guidate e prevendita: Infoline 199 75 75 13

Per informazioni:

- Spazio Oberdan, tel. 02 7740 6302/6381; www.cittametropolitana.milano.it/cultura
- Museo di Fotografia Contemporanea, tel. 02 6605661; www.mufoco.org

Uffici stampa:

- Museo di Fotografia Contemporanea, tel. 02.66056633, ufficiostampa@mufoco.org
- Città Metropolitana/Cultura, tel.02.77406358, p.merisio@cittametropolitana.milano.it

 

EVENTI SPECIALI
Proiezioni cinematografiche realizzate in collaborazione con Fondazione Cineteca Milano.

Giovedì 24 settembre ore 21
La rabbia di Pasolini di P.P.Pasolini, G. Bertolucci, Italia, 2008, b/n, 70’
Con una lettura critica di Michele Manfellotto
1963. Pier Paolo Pasolini, attraverso i cinegiornali «Mondo libero» di Gastone Ferranti e materiali reperiti in Cecoslovacchia, Unione Sovietica e Inghilterra, realizza un film di montaggio che analizza polemicamente i fenomeni e i conflitti sociali e politici del mondo moderno. Durante la fase di montaggio, Pasolini cede alla richiesta del produttore di trasformare il film in un’opera a quattro mani con Giovannino Guareschi, secondo lo schema giornalistico del “visto da destra visto da sinistra”. Pasolini deve quindi rinunciare a parte del film per lasciare spazio all’episodio di Guareschi. 2008. Partendo dal testo del poeta e dalla collezione di «Mondo libero», Giuseppe Bertolucci e Tatti Sanguineti provano a restituire all’opera di Pasolini i connotati del progetto originale aggiungendo parti tagliate.

Sabato 26 settembre ore 15
I racconti dell’età dell’oro di C. Mungiu, H. Höfer, I. Uricaru, R. Marculescu, C. Popescu, Romania, Francia, 2009, 100’
Storie di vita ordinaria in Romania sotto il regime comunista di Ceausescu. La visita dell’ispettore, la fotografia del leader da ritoccare, un maiale consegnato erroneamente vivo da tagliare, l’imbottigliamento dell’aria: cinque leggende urbane bizzarre, ridicole, commoventi in un film collettivo alla maniera della commedia italiana dei Risi e Monicelli. Lirico all’esordio, grottesco in materia di comunicazioni di massa, poi comico e surreale, l’umorismo della disperazione prende di mira l’obbedienza cieca, le acrobazie di un popolo che s’impone di soddisfare le richieste più arbitrarie. Tenendo presente la lezione del neorealismo, queste storie riescono a ridisegnare un mondo, mettendo in scena generazioni diverse e differenti reazioni, plaudendo in silenzio alla sana ironia dei giovani e scuotendo la testa rispetto alla follia dei vecchi, spesso masochista.

Proiezioni a ingresso libero con Cinetessera della Cineteca Italiana

INAUGURAZIONE8 settembre 2015

DAL9 settembre 2015

AL18 settembre 2015

LUOGOSpazio Oberdan, viale Vittorio Veneto 2, Milano

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  • : 2015-09-08
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