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La giuria del Premio presieduta da Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriere della Sera e dedicato quest’anno a Andy Rocchelli, ha proclamato Alessandro Grassani con Enviromental migrants: The last illusion, vincitore del Premio Ponchielli 2014e Giulio Di Sturco con Ganges, death of a river e Paolo Verzone con Cadetti, i due autori segnalati. Il libro premiato s’intitola 19.06_26.08.1945
Le motivazioni della giuria
Per Alessandro Grassani. Il progetto vincitore di questa edizione potrebbe avere come titolo: morire di sete. Raramente il dolore, l’attesa, l’illusione sono stati descritti con immagini così profonde significative. Nel Corno d’Africa la desertificazione uccide ogni speranza, anche di coloro che ne avevano pochissima e aggrappata alla modesta attività agricola o di allevamento. La lotta per il controllo delle modeste risorse idriche si trasforma in un conflitto quotidiano per la sopravvivenza. Un conflitto esasperato dall’odio tribale. E l’urbanizzazione selvaggia ha il volto disumano e maleodorante degli slums. I migranti ambientali hanno perso tutto e il loro sguardo è nel vuoto, ma conservano un’intima e indistruttibile dignità. Mentre il nostro, di sguardo, che ha la mobilitò nevrotica delle cattive coscienze, scivola via. Grassani ha anche il merito di costringerci a vedere e riflettere. Un grande reportage.
Per Giulio Di Sturco. Anche nelle fotografie di Di Sturco il tema dei cambiamenti climatici è di forte attualità e impatto. Colpisce la grande serietà del progetto professionale, la forte immedesimazione personale nell’ambiente e nella cultura indiane, al di là dell’impatto artistico delle immagini. Di Sturco fotografa il Gange da sei anni, ne documenta il degrado, l’inquinamento, gli effetti devastanti delle dighe e della salinizzazione dei terreni. La fonte di vita materiale e spirituale dell’otto per cento della popolazione mondiale si esaurisce in un declino lento e inesorabile ma, nella sua fragilità, il Gange diffonde colori e toni di rara bellezza che testimoniano di una cultura e di una spiritualità che non moriranno mai.
Per Paolo Verzone. Fotografare i cadetti delle migliori accademie d’Europa, superando ostacoli e autorizzazioni, e cogliere differenze e analogie nelle carriere e nei modi di interpretare l’autorità militare in quattordici Paesi. Un progetto ambizioso e non facile da realizzare. Gli scatti di Verzone ritraggono giovani cadetti e cadette non solo nella loro austera e impersonale fissità militare, come probabilmente avrebbero voluto i responsabili delle accademie nel momento in cui hanno accettato la presenza indiscreta del fotografo, ma anche nella loro imperscrutabile individualità. Non sorridono mai ma lasciano scorgere nei loro occhi il percorso delle loro vite. E forse ansie e passioni comuni, senza divisa e nazionalità.
Per il libro.
Realizzato da Andrea Botto in ricordo del nonno Primo Benedetti, questo straordinario libro d’artista ricostruisce il suo viaggio, dopo essere stato liberato da un campo di concentramento, dalla Germania alla Toscana, dal 19 giugno al 26 agosto 1945. Ha ricevuto il Dummy Award al FotobookFestival di Kassel nel 2012. Stampato da Danilo Montanari Editore, Ravenna, in 250 esemplari in occasione del MIA Fair 2014.